Cos’è l’empatia?
Cos’è l’intelligenza emotiva?
C’è relazione tra intelligenza e felicità?
E come la capacità di essere empatici può influenzare intelligenza e felicità?
Ci sono persone molto intelligenti (con un QI molto alto) che hanno una vita triste ed infelice, ed altre – con un Quoziente Intellettivo più modesto – che per contro ottengono successo e dichiarano di vivere felicemente.
A tutto questo cercherò di dare una spiegazione.
Empatia
La parola Empatia deriva dal greco e significa letteralmente mettersi nei panni dell’altro.
Empatia significato: la capacità di entrare in profonda connessione con le altre persone fino a riuscire a percepire le loro emozioni e i loro stati d’animo.
Daniel Goleman nel suo best seller Intelligenza Emotiva sostiene che l’empatia si basa sull’autoconsapevolezza: quanto più aperti siamo verso le emozioni tanto più abili saremo nel leggere i sentimenti altrui.
Essere empatici vuol proprio dire essere capaci di leggere ed interpretare i sentimenti altrui. Quindi possiamo dire che l’empatia è un po’ come leggere nel pensiero. Quando riusciamo a capire e comprendere le emozioni degli altri è un po’ come leggere nei loro pensieri.
La persona empatica ha la capacità di capire immediatamente come si sente l’altra persona con cui sta interagendo. L’empatia ci permette di comprendere i sentimenti e le emozioni degli altri grazie a quella serie di strumenti e tecniche che abbiamo già definito in altri articoli, e che vanno sotto il nome di comunicazione non verbale.
Come abbiamo visto i canali della comunicazione non verbale sono il suono della voce, i gesti, le espressioni del volto, l’atteggiamento.
Nel particolare, per incrementare l’empatia, bisognerebbe sviluppare quelle particolari tecniche della comunicazione non verbale che vanno sotto il nome di “tecniche non verbali di attrazione”:
- prossemica; in questo caso per aumentare l’effetto empatico bisogna ridurre la distanza dal nostro interlocutore ed entrare nella zona personale o, meglio, in quella intima.
- contatto visivo; essendo questo un forte segnale di contatto emotivo, è utile mantenere lo sguardo sul proprio interlocutore.
- Orientare il corpo verso l’interlocutore; questa postura esprime interesse da parte nostra e predispone l’altra persona ad una comunicazione positiva.
Non è un segreto che le persone empatiche, riuscendo più facilmente a relazionarsi con gli altri, hanno relazioni più durevoli, attive e stabili.
L’empatia è quindi una capacità utile in ogni ambito della vita ed indispensabile per tutti coloro – come noi mentalisti – che hanno necessità di influenzare i pensieri degli altri.
Non è propriamente facile capire se e quanto siamo empatici. Alle volte la percezione che abbiamo di noi stessi è completamente sballata. Magari noni ci vediamo allegri e affabili mentre gli altri ci dipingono come introversi e indifferenti.
Un semplice test per capire se siamo empatici potrebbe essere strutturato con queste tre domande:
- riesci a capire cosa provano gli altri mentre parlano con te?
- riesci a percepire le emozioni degli altri?
- dopo aver compreso le esigenze dell’altra persona, agisci andando incontro ai suoi bisogni?
Se hai risposto si a tutte le domande probabilmente sei una persona empatica.

Come sviluppare la propria empatia.
Il modo migliore per sviluppare l’empatia è sfruttare i “tempi morti” ovvero quei momenti in cui ci troviamo ad aspettare qualcuno o qualcosa in luoghi affollati, magari un un centro commerciale, una stazione ferroviaria o semplicemente in banca o alle poste. Proviamo a concentrare la nostra attenzione su una persona cercando di coglierne l’emozione che sta provando. Senza ascoltare la sua voce, semplicemente osservando il suo atteggiamento, il suo linguaggio del corpo.
Prova a fare lo stesso lavoro anche quando vedi interagire tra loro più persone. Cerca di capire se sono tristi, felici, spensierati, preoccupati, stressati o in relax. Senza ascoltare le loro conversazioni ma semplicemente osservando espressioni facciali, gesti e posizione del corpo.
Ricorda che l’empatia è fondamentale per rafforzare la propria intelligenza emotiva.
Cos’è l’intelligenza emotiva?
L’intelligenza emotiva viene definita come l’intelligenza legata alle emozioni, in contrapposizione a quella “classica” legata al quoziente intellettivo (QI).
Per capirla in dettaglio consiglio la lettura dei testi di Daniel Goleman.
Goleman partendo da alcune domande tipo:
- cosa vuol dire essere intelligenti?
- l’intelligenza può aiutare a essere felici?
spiega perché persone “molto intelligenti” falliscono in settori importanti della propria vita.
In sostanza queste persone sono intelligenti ma infelici.
Ci hanno sempre abituato a separare la ragione dall’emozione. Letterati e filosofi, da Catullo a Freud, si sono dibattuti cercando una soluzione a questo binomio.
Goleman invece aiuta a capire e a governare le “abilità del cuore”, perché, “le passioni, quando ben esercitate, hanno una loro saggezza; esse guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza”.
L’intelligenza emotiva di Goleman è proprio la “capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni”.
L’intelligenza emotiva è quindi la capacità di motivare se stessi di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni. Di controllare gli impulsi. L’intelligenza emotiva è il saper valutare ed esprimere le proprie emozioni e allo stesso tempo è la capacità di valutare e capire come gli altri esprimono le emozioni.
Ancora una volta si tratta di saper valutare il linguaggio del corpo.
Inoltre l’intelligenza emotiva è la capacità di regolare le proprie emozioni e quelle degli altri. L’intelligenza emotiva ci rende capaci di usare in maniera abile e positiva le emozioni in modo da star ben e noi e far stare bene gli altri.
Vuoi essere felice?
Se ti senti insoddisfatto della vita non aspettare che soldi e felicità bussino alla porta di casa tua. Aspetteresti invano. Se Maometto non va alla montagna… Leggi anche il mio articolo sulla felicità.